L’incredibile storia di Lamberto Boranga

CALCIO, SPORT

Se a uno di Parma che ama il calcio gli dici Vicenza, di sicuro si ricorda gli spareggi (se è abbastanza vecchio) o lo spareggio (se non è troppo giovane).
Il 24 giugno del 1973 il Parma vinse (2-0) a Vicenza contro l’Udinese e tornò in Serie B, chiudendo una fase buia di una gloriosa storia iniziata nel 1918. Ero un bambino, ma ricordo bene le bandiere crociate portate in silenzio prima della partita e i caroselli di auto per le vie della città.
Il 17 giugno del 1979 il Parma vinse 3-1 (dopo i tempi supplementari) il secondo spareggio, questa volta contro la Triestina. Avevo appena finito la seconda superiore e mi preparavo alla mia prima estate in Inghilterra, ma quella partita la seguii dal vivo in curva.

Un Boranga esordiente in Serie A con Sandro Mazzola In quel giugno del 1979 il portiere del Parma era un anziano giocatore che avrebbe compiuto 37 anni di lì a qualche mese. Aveva trascorsi di Serie A (Fiorentina e Cesena) e, come spesso accadeva in quegli anni, stava concludendo la carriera in Serie C. Si chiamava (e, per la verità, si chiama ancora) Lamberto Boranga.
Quando il Parma ingaggiò Boranga, il mio primo mentore calcistico Luigino (lo zio di mia madre; mi fece debuttare allo stadio in un Parma-Alessandria del 1969) sentenziò che era “matto”. Narra la leggenda che Boranga amasse palleggiare contro la traversa durante le partite. Un gesto che io gli ho visto fare in allenamento e nel pre partita, ma non giurerei che sia vero, che lo ha fatto sul serio durante il gioco.
In quel campionato di Serie C, il Parma aveva giocato con la Triestina al “Tardini” una drammatica partita finita 2-2, con l’allora giovanissimo Carlo Ancelotti in porta nel finale perchè Boranga era stato espulso. Ricordo bene la scena: Boranga che parte dalla sua area e arriva a centrocampo per afferrare un avversario e tirarlo per i capelli fino a farlo cadere. Quel giorno avevo concluso anch’io che Boranga era matto.
Bongo (così lo chiamava un suo tifoso personale quel 17 giugno a Vicenza, informandomi del fatto che Boranga era talmente superiore che avrebbe potuto parare e fare, contemporaneamente, pon pon nel naso a un avversario) giocò nel Parma anche nella stagione successiva e poi si trasferì a Foligno, dove concluse la sua carriera nel 1983, ormai quarantenne. O forse no.

Lamberto Boranga giocando a calcio aveva conseguito 2 lauree: una in Biologia e una in Medicina. Nel 1992 stava lavorando comeLamberto Boranga con la maglia del Cesena medico del Bastardo (società di calcio umbra), quando i dirigenti gli fecero notare che erano rimasti senza portiere. Boranga tornò così in porta nel 1992, a 50 anni. Subì un gol, il Bastardo perse, ma lui fece anche una bella parata. E, soprattutto, narrano le cronache che il suo fisico era: “Ancora asciutto”.
Come medico, nel 2005 Boranga chiese l’esame tricologico per prevenire l’uso di cocaina. Ma non venne particolarmente ascoltato.

Fece più notizia il 20 settembre 2009, quando tornò in porta. Di lì a un mese avrebbe compiuto 67 anni, ma come si fa a “dire di no a un amico”? Difese la porta dell’Ammeto (Seconda Categoria): “Una grande emozione, quasi fosse stata la mia prima partita”.
Boranga collezionò 4 presenze (3 gol subiti).
Dopo un anno di riflessione (ma è stata raccolta la seguente dichiarazione di Bongo: “Non sono uno che ama Lamberto Boranga oggiimprovvisare, quindi ho impostato il lavoro con un preparatore”) accettò la proposta del Papiano (sempre in Seconda Categoria) e tornò in porta, ma questa volta in pianta stabile. In 2 stagioni Boranga ha giocato 49 partite, subendo 62 gol. Ma per il Papiano, i tanti gol non dipendono evidentemente dal portiere, perchè gli ha offerto il rinnovo del contratto fino al 2015, quando Boranga avrà 73 anni.

Nel suo periodo di lontananza dal calcio praticato, Lamberto ha pensato bene di stabilire il primato italiano di salto in alto (1.61, la stessa misura che ho saltato io a miei vertici, a 19 anni) per le categorie over 45, 55 e pre 65 e di salto triplo over 65 (11.26 metri). Nel 2008 Boranga ha infine stabilito il record mondiale di salto in lungo over 60 con 5.47 metri.
“La passione per lo sport mi aiuta a mantenermi in forma” dice Boranga, che consiglia a tutti una trentina di minuti di corsa lenta ogni volta che si può o, in alternativa, un’ora di marcia. “Per invecchiare bene” dice lui.

Lamberto Boranga è Medico Sportivo a Perugia. Presumibilmente in pensione (anche con la Legge Fornero, a 71 anni ce la dovrebbe aver fatta). Da quando ho scoperto questa storia, è anche il mio idolo.
Vorrei poter dire a Luigino, che ci ha lasciati da tempo, che Bongo sarà anche “matto”, ma questa “pazzia” ha tutta la mia stima. Anzi, adesso gli dedico la mia camminata quotidiana.

1 thought on “L’incredibile storia di Lamberto Boranga

  1. Buongiorno, io che sono di Vicenza lo spareggio del 73 me lo ricordo bene. Ma ricordo bene anche Lamberto Boranga, che secondo me era un buonissimo portiere giustamente “MATTO” come dice Suo Zio Luigino. mi compiaccio della longevità di “Bongo” e ricordo bene anche che, come ha giustamente riportato, intervenne sul tema del doping anche in qualche dibattito televisivo. Ma i portieri sono considerati come i pugili, un po’ suonati, e quindi non trovò molti proseliti. Andava un po’ troppo contro il “sistema”. comunque anche nel baseball abbiamo esempi di lanciatori “over 60” ancora in attività.
    Grazie per questa bella notizia.

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