L’Europa ha un ruolo centrale nel baseball internazionale degli anni ’70

"The game we love" - la storia della IBAF, BASEBALL, FICTION E PROGETTI EDITORIALI, SPORT

A molti potrà non sembrare vero, ma l’Europa fu decisiva nella svolta che il baseball ebbe a livello internazionale negli anni ’70. Lo fu grazie ad una generazione di dirigenti illuminati quanto ambiziosi e, fattore mai secondario, grazie ai fondi governativi su cui i paesi di quel Continente potevano contare. I delegati europei presero a viaggiare in tutto il mondo e la loro voce venne sempre più ascoltata.

Juan IsaNel 1969 Juan Isa viene eletto presidente della Federazione Internazionale (FIBA). E’ il rappresentante delle Antille Olandesi. Costituite nel 1954, le Antille Olandesi sono a quel tempo una nazione autonoma all’interno del Regno d’Olanda. Le isole principali (Aruba e Curaçao) sono geograficamente molto vicine al Venezuela ed è proprio questo paese a sponsorizzare la candidatura di Isa. Stando ai più critici, arrivando ad un certo punto a condizionarne le decisioni.
Dalla loro costituzione, le Antille erano state fonte di continua polemica tra i Paesi Bassi (l’Olanda propriamente detta) e la Federazione Europea. Il Principe Borghese non tollerava infatti che i cittadini delle Antille potessero rappresentare a livello internazionale l’Olanda. Negli anni della polemica, Borghese era presidente della Federazione Italiana (FIPAB), ma nel 1961 venne scalzato da Giuseppe Ghillini, bolognese e rappresentante delle istanze delle società del nord (Milano in primis) nei confronti di Roma. All’epoca dell’elezione di Isa, in qualità di presidente Europeo, Borghese ha già subito il clamoroso strappo di Italia e Olanda, che (1967) avevano deciso di recedere assieme dalla Federazione Europea. L’Italia e l’Olanda portano avanti un progetto comune e il volto internazionale del nostro paese è quello dell’ambizioso Bruno Beneck, responsabile della Comunicazione di Giuseppe Ghillini.
Beneck (classe 1915) è un pioniere del baseball Italiano. Nel 1948 haBruno Beneck fondato a Torino la Juventus e nel 1949 ha sancito (in qualità di vice presidente della Lega Italiana Baseball) la fusione con la Federazione Italiana Baseball Softball di Steno Borghese. Ex calciatore professionista (e, più in generale, ottimo atleta), regista televisivo, Beneck è, come detto, molto ambizioso.  Il ruolo di Presidente della Incom Lazio, Consigliere Federale e Responsabile della Comunicazione non possono bastargli. Lui vuole cambiare il volto del movimento. In effetti, riesce a scalzare Ghillini, diventa il Presidente della FIPAB e le cambia subito il nome in FIBS (Federazione Italiana Baseball Softball).

L’Italia che Juan Isa conosce è quindi quella con il volto di Bruno Beneck e del suo trentenne Vice Presidente Aldo Notari. Isa è di Curaçao e parla Spagnolo. Anche grazie a questo (né Beneck né Notari si esprimono benissimo in Inglese), scopre una certa affinità elettiva con gli italiani. Allo stesso tavolo siedono i rappresentanti dell’Olanda, che per le Antille è un punto di riferimento economico e politico. A livello di baseball, il rapporto di forze è però invertito. Le Antille sono al centro del mondo della FIBA, l’Europa (oltre a Italia e Olanda, solo il Belgio è affiliato alla Federazione Internazionale) rappresenta la periferia.
Isa comunque lancia la proposta indecente: invita Italia e Olanda alle Amateur World Series del 1970, che si giocheranno in Colombia.
Per le europee, il torneo si rivela un’avventura: “Sembravamo diretti al fronte” racconterà anni dopo l’allora astro nascente del baseball italiano Giorgio Castelli.
Ma una vera avventura sembra sia stata convincere il Consiglio Federale a partecipare. Racconterà Aldo Notari: “Quando lo proposi, mi guardarono come se fossi impazzito”.
Le Europee (per la cronaca, l’Italia vince lo scontro diretto con l’Olanda), gli Stati Uniti e il Canada sono le uniche formazioni a rappresentare il mondo esterno al Centro America.
Ma questa piccola svolta verso l’internazionalizzazione del torneo porta Juan Isa a prendere contatto con il Presidente del CIO Lord Killanin. In un incontro organizzato durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera, il CIO apre al baseball come sport Olimpico. Ma chiede esplicitamente un vero Mondiale.

Il manifesto che annuncia il Mondiale 1972E’ quello che cerca di organizzare nel 1972 il Presidente della Federazione locale (FENIBA) Carlos Garcia in Nicaragua.
Garcia è un centro americano atipico. Parla un Inglese fluente, visto che si è formato negli Stati Uniti e si auto definisce “Buon amico dei membri della Famiglia Olimpica”. Quello che riesce ad organizzare è un grande torneo: partecipano 16 squadre e, per la prima volta, ci sono rappresentanti dell’Asia: Giappone e Taiwan. Tra le Europee si aggiunge la Germania. Le Amateur World Series sono anche un successo economico e Garcia, che è già nell’Esecutivo della FIBA, rompe gli indugi e non fa mistero delle sue ambizioni verso un ruolo più importante.
Ma non tutti sono contenti dell’esito del torneo. La FIBA, ad esempio, accusa Garcia di aver distratto dei fondi (“In Nicaragua, tutto quello a cui sono interessati sono i soldi” è una delle dichiarazioni del Presidente FIBA).
Inizia così una vertenza che non è mai arrivata ad una vera soluzione. Ancora oggi Garcia nega ogni addebito. Un altro dei protagonisti dell’epoca, l’allora Presidente della Federazione di Portorico Osvaldo Gil, si dice sicuro del fatto che il Nicaragua trattenne indebitamente quanto spettava alla FIBA degli incassi fatti al botteghino.
La rivista Baseball Mercury (pubblicata negli anni ’70 e 80 dallo storico William Morgan) opta per una versione morbida: Nicaragua trattenne soldi, ma perché colpita dal tragico terremoto del 23 Dicembre 1972.
In quella tragedia perderà la vita Roberto Clemente, leggendarioUna terrificante immagine di Managua dopo il terremoto del 1972 giocatore di Major League e manager di Portorico alle Amateur World Series del 1972. Nicaragua lo ricorderà indossando il suo numero 21 sulla casacca della nazionale, quando tornerà (1978) ad esibirsi a livello internazionale.

Nel 1972 Nicaragua ospita anche un affollato (oltre 30 delegati) e partecipato Congresso della FIBA.
Scrive il Segretario Generale della Federazione Europea Roger Panaye: “Noi paesi europei non eravamo i benvenuti”.
Il Congresso decide di assegnare, anche per il 1973, le Amateur World Series (che per altro, già sui manifesti ufficiali del 1972 vengono chiamate Campeonato Mundial) al Nicaragua. E’ una decisione che crea talmente tante discussioni, che i delegati decidono di posticipare le elezioni ad una edizione straordinaria del Congresso, che viene assegnato a Curaçao.
Quel che succede nel 1973 è incredibile. Questa la testimonianza di Roger Roger PanayePanaye: “Dopo 3 giorni di discussione, non avevamo nemmeno concluso il punto 1 dell’ordine del giorno”.
Suo fratello Gaston (85 anni) ricorda oggi: “Di quei giorni ho in mente il rumore. Era incredibile, non si capiva cosa succedesse”.
Quando il Congresso dichiara finito il punto 5 dell’ordine del giorno (la sospensione per un anno del Nicaragua, con conseguente assegnazione delle Amateur World Series a Cuba)  il Canada chiede di saltare direttamente al punto 21, ovvero le elezioni. Il Presidente Isa dichiara così chiuso il Congresso.
La decisione non viene accolta bene. Aldo Notari riferisce al Consiglio Federale italiano: “C’è bisogno di una organizzazione internazionale del baseball completamente differente”.
E’ una posizione condivisa dalla Federazione degli Stati Uniti (“Se la FIBA è una Federazione Internazionale” dice il Presidente della USBF Dutch Fehring “Le posizioni di comando devono appartenere a diversi paesi”).
La Federazione Europea mette nero su bianco il malcontento in maniera esplicita: “La FIBA dà credito solo ai paesi dell’America Centrale o di lingua Spagnola. Noi vogliamo un’organizzazione che consideri anche il Nord America, l’Asia e l’Europa”.

Lo scisma si consuma in Italia. Bruno Beneck chiede e ottiene (“IlIl logo della prima Coppa Intercontinentale Presidente merita la nostra approvazione” dice il verbale) al suo Consiglio Federale il via libera per organizzare un torneo alternativo. Nasce così la Coppa Intercontinentale, che l’Italia ospita nel settembre del 1973.  Assieme al torneo, l’Italia organizza un incontro dei paesi che “Intendono valutare la proposta di lasciare la FIBA e fondare una nuova organizzazione del baseball internazionale”.
L’8 settembre 1973 nasce così la Federaciòn Mundial de Béisbol Amateur (FEMBA).  L’americano Dutch Fehring ne assume la Presidenza, coronando il vecchio progetto partorito durante le Olimpiadi di Tokyo assieme a Rod Dedeaux.
“Le porte sono aperte” dirà Roger Panaye. Ma quelle porte non intendono varcarle i paesi Centro Americani (“La FEMBA non era affiliata al CIO” dirà Osvaldo Gil) e l’Olanda, che resta fedele a Juan Isa e alle Antille.

Il mondo del baseball nel 1973 risulta così diviso in 2 e in quell’anno si giocano addirittura 3 tornei mondiali: l’Intercontinentale in Italia (8 squadre), il Campionato del Mondo FEMBA (Nicaragua, 22 novembre-5 dicembre, 11 squadre) e le Amateur World Series FIBA (Cuba, 25 novembre-8 dicembre, 8 squadre).
La FEMBA guarda avanti e programma una seconda Coppa Intercontinentale (Canada 1975) e un secondo Campionato del Mondo (1974 in FloridaStati Uniti). Al Mondiale la FEMBA intende dare cadenza biennale (il terzo è da organizzarsi nel 1976, le candidate sono Italia e Giappone).

La FEMBA, tramite Fehring, prende contatto con il Commissioner della Major League Baseball Bowie Kuhn e gli chiede di incontrare Lord Killenin per riproporgli la questione del baseball Olimpico.
L’incontro avviene a Dublino e il Presidente del CIO parla chiaro: “Non se ne può neanche parlare, finché vi fate rappresentare come sport da quelle 2 organizzazioni. Liberatevene”.
La FEMBA organizza regolarmente il Mondiale del 1974 e l’Intercontinentale del 1975, mentre la FIBA è immobile. Carlos Garcia succede a Fehring alla guida della FEMBA.
Mario Vazquez RanaUno dei primi atti ufficiali di Garcia è una visita al Presidente dell’organizzazione continentale dello sport americano (PASO, Pan American Sports Organization), il messicano Mario Vazquez Rana (che, sia detto per la cronaca, è stato eletto per l’ennesimo mandato nei primi mesi del 2012, ormai ottuagenario).
Pur non essendo un esperto di baseball, il Presidente della PASO ritiene che questa disciplina meriti un posto nel programma delle Olimpiadi ed è certo che non lo otterrà fino a quando ci saranno 2 organizzazioni diverse a rappresentarlo.
Nel gennaio del 1976 Vasquez Rana convoca perciò una riunione a Città del Messico e propone la fusione di FIBA e FEMBA in un’unica organizzazione. Ha anche un candidato presidente: il membro CIO Manuel Gonzalez Guerra, un uomo di baseball: “L’ho giocato da bambino” si presenta “Poi mi sono dedicato al softball”.
Il 4 gennaio Gonzalez Guerra viene eletto Presidente (con Carlos Garcia Vice Presidente Esecutivo e Bruno Beneck Vice Presidente) della Asociaciòn Internacional Béisbol Amateur (AINBA). Dal 3 al 19 dicembre la Colombia ospita il Campionato del Mondo della riunificazione.

La AINBA decide che il progetto del baseball alle Olimpiadi può andare avanti solo se il Mondiale esce dalle Americhe. Così assegna l’edizione del 1978 all’Italia.
Come tradizione, durante il torneo si svolge un incontro dei delegati dei paesi membri e si scopre che i paesi dell’America Centrale sono decisamente convinti che Guerra sia il Presidente ideale, mentre gli europei e gli asiatici vedono come loro figura di riferimento il Vice Presidente Esecutivo Garcia.
Alla turbolenta riunione partecipa il neo Presidente della USBF RobertPeter O' Malley Smith, un insegnante di una piccola Università (Greenville College) del Midwest che era nello staff tecnico degli Stati Uniti all’Intercontinentale 1975.
Smith ha 42 anni e porta alla riunione 2 notizie di peso: la prima è che nel suo paese l’Amministrazione Carter ha varato lo USA Amateur Sports Act, che delega al Comitato Olimpico il Governo dello sport dilettantistico. La seconda, e la più importante, è che le Olimpiadi del 1984 si terranno a Los Angeles.
Smith propone un Congresso straordinario della AINBA (che proprio nel 1978 ottiene il fondamentale riconoscimento del CIO) negli Stati Uniti. E’ un’idea perfetta, se non fosse per un dettaglio: l’organizzazione non ha i fondi per organizzarlo. Tramite il suo predecessore Dutch Fehring, Smith coinvolge Rod Dedeaux, che non ha esitazioni: la persona che può risolvere il problema è Peter O’Malley, il proprietario dei Los Angeles Dodgers.
L’entusiasmo di Dedeaux è contagioso: durante un pranzo di lavoro, convince O’Malley a ospitare il Congresso: “Si è rivelato il pranzo più costoso della mia vita” scherza oggi O’Malley.

A Los Angeles, durante il Congresso straordinario del 1979, nasce la Commissione Olimpiadi della AINBA e Robert Smith ne assume la Presidenza.