Benvenuto, Alex Cora

BASEBALL

Alex Cora è il nuovo manager dei Red Sox. Anche se prima di iniziare il nuovo lavoro, deve arrivare alla fine delle World Series con gli Astros di Houston (di cui è bench coach per il manager Hinch, che da parte sua garantisce: “Si è guadagnato grande rispetto tra i giocatori”), ha firmato fino al 2020, con una opzione per il club per il 2021.
Cora
succede a John  Farrell  ed è il manager numero 47 della storia della Franchigia. É anche il primo a non essere bianco di etnia.

“Alex è il leader naturale che serve per guidare il nostro spogliatoio” ha detto l’azionista di maggioranza John Henry “Il suo acume e la sua abilità strategica non sono comuni, per qualcuno della sua età”.

Alex Cora ha in effetti solo 42 anni appena compiuti. Nato a Caguas (Portorico), ha studiato all’Università di Miami, accettando la borsa di studio nonostante fosse stato scelto al Draft 1993 dai Minnesota Twins. Ha giocato 3 College World Series e nel 2006 è stato indotto alla Hall of Fame della sua Università.
Nel 1996 (appena eleggibile) è stato scelto al Draft dai Los Angeles Dodgers (terzo giro, numero 88 assoluto) e ha esordito in Grande Lega il 7 giugno 1998. Curiosamente, quel giorno i Dodgers giocavano contro i Mariners di Seattle e Joey Cora, fratello di Alex, era il seconda base avversario.
Nella sua carriera (gli anni migliori ai Dodgers, poi Indians, Red Sox, Mets, Rangers e Nationals) Alex Cora ha giocato 1273 partite, la maggior parte (992) come interbase e quasi tutte le altre (538) in seconda. Il 12 maggio 2004 concluse un turno da 18 lanci (contro Matt Clement dei Cubs) e 14 foul ball con un fuoricampo. “Un attimo” commentò il leggendario telecronista Vin Scully “Sono le 9.23 e mi segno l’orario: questo è uno dei migliori turni alla battuta che io abbia visto”.
Lo stipendio più alto da giocatore per Cora è stato di 2 milioni a stagione e lo ha percepito proprio a Boston, dove era arrivato nel corso della stagione 2005. Con i Red Sox ha sempre giocato da utility, anche nella stagione 2007 (83 presenze come seconda base e interbase), finita con la vittoria delle World Series.

Alex Cora con la maglia dei Red Sox

Come manager, è alla sua prima esperienza in Major League. Anche quella con Houston era una sua prima esperienza, ma come tecnico Cora non è un novizio. Ha rivestito il ruolo di manager dei Criollos de Caguas nel campionato invernale di Portorico (2015 e 2016). Per la stessa squadra è stato il General Manager per 4 stagioni.
Come dirigente tecnico è stato General Manager di Portorico, finalista al World Baseball Classic 2017. Aveva già rappresentato l’isola dove è nato al Classic 2006 e 2009 da giocatore.

“Ci ha fatto una grande impressione durante il primo colloquio avuto con lui” ha commentato il Presidente Baseball Operations dei Red Sox Dave Dombrowski “Era un candidato di primo piano e dopo avergli parlato abbiamo pensato che meritasse questa opportunità. Si è guadagnato molto rispetto per la capacità che ha mostrato di usare l’analisi sui dati e per la sua abilità nel comunicare sia con i giovani che con i veterani. Infine, parla perfettamente sia Inglese che Spagnolo e questa non è una qualità secondaria”.

“Per me è un grande onore” ha detto Alex Cora “Tornare a Boston è un sogno che diventa realtà. Ringrazio Dave e la proprietà per questa grande opportunità e tutta l’organizzazione degli Astros per avermi permesso di iniziare la mia carriera da tecnico con una stagione speciale”.

Per chiudere, una curiosità: dal suo ritiro come giocatore (2011) e prima di firmare con gli Astros, Cora ha lavorato come analista per ESPN. Quindi, è anche un collega.

La prima qualità certa di Alex Cora è il sorriso accattivante

I virgolettati sono tratti da un comunicato ufficiale congiunto di Red Sox e Astros che, come da regolamento MLB, non faranno altri commenti prima della fine delle World Series. Alcune delle notizie su Cora vengono dal Boston Herald. L’aneddoto sul turno alla battuta da 18 lanci è invece tratto dal sito Trueviralnews.com