Argentinosaurus huinculensis

FICTION E PROGETTI EDITORIALI, le mie bestie

C’è stato un periodo nel quale passavo le mie giornate a disegnare dinosauri e uomini che li cacciavano. Mio padre non aveva il coraggio di spiegarmi che era impossibile, perchè i dinosauri si erano estinti un 65 milioni di anni prima che l’homo sapiens apparisse. Non avrei mai assorbito l’informazione. Anche adesso faccio fatica a concepire il tempo, se non utilizzo come unità di misura la durata della vita di una persona.
Comunque, a disegnare ero veramente molto scarso (anche se dotato di gran passione) e presto avrei scoperto che potevo decentemente rimediare producendo immagini con una macchina fotografica. Ne ho scattate di immagini di animali allo zoo di Roma. Ma di dinosauri, ovviamente, nulla. Forse fu per quello che persi interesse. Ma in età matura, vorrei rimediare con qualche articolo.

Bariloche è una città di poco più di 100.000 abitanti. Si trova ai piedi delle Ande, nella Patagonia nord occidentale. Si affaccia sul lago Nahuel Huapi e sembra di essere in Valle d’Aosta. C’è persino un San Bernardo che gironzola, con tanto di piccola botte al collo. Siamo in Argentina, per la precisione nella provincia del Rio Negro.
Da Bariloche ho preso l’auto e ho guidato fino a Plaza Huincul. Si tratta di fare 400 chilometri per arrivare in un paese così polveroso che ti aspetti di veder saltar fuori da un momento all’altro Wyatt Earp che spara.

Cosa fossi a fare a Bariloche è poco rilevante, ma è lecito chiedersi perchè ho preso la macchina per guidare fino a Plaza Huincul.L'argentinosaurus si presenta così al visitatore
Prima di partire per l’Argentina nell’inverno del 2007 ho letto In Patagonia di Bruce Chatwin (e l’ho riletto mentre ero là: i libri di Chatwin sono molto più intriganti, se avete già visitato le località di cui parla). E tra le varie storie, mi aveva incuriosito non poco quella del pezzo di pelle di brontosauro che, ci dice Chatwin, sua nonna conservava ed era stata ritrovata in Patagonia. Ma a cercare dinosauri qui, Chatwin non era venuto. Anche perchè non poteva sapere che nel 1989 (anno in cui lo scrittore Inglese ci ha lasciati) un certo Guillermo Heredia avrebbe scoperto un enorme osso nella sua proprietà di Plaza Huincul.
Basandosi anche sugli embrioni di diverse uova fossilizzate che sono state rinvenute nella zona, i paleontologi sono riusciti a ricostruire un enorme scheletro di quello che è stato definito Argentinosaurus Huinculensis e che è vissuto nel Cretaceo. Dal 2003 questo eccezionale reperto è visitabile nel museo Carmen Funes di Plaza Huincul ed è decisamente l’unica attrattiva cittadina, a parte la panettiera mora. Che potrebbe tranquillamente gareggiare a Miss Universo e non si sa come sia finita qui. Ma è un altro discorso.

Da Bariloche a Plaza Huincul, che quasi non si trova sulle cartine, si percorre la leggendaria Ruta 40, che praticamente costeggia le Ande da nord a sud dell’Argentina, dal confine con la Bolivia alla Costa Atlantica: Da quando si devia sulla statale 237, possono passare ore senza che si incroci un’auto. Sono invece frequenti gli incontri con i Condor, che volano maestosi, e con i cavalli al pascolo. Superata Piedra de Aguila (4 case dietro alcune rocce dalle forme strane) è necessario prestare attenzione al bivio per Plaza Huincul all’altezza di Picon Leufu. Si guida per 30 chilometri e poi, annunciata da una bella discarica a cielo aperto, arriva Plaza Huincul.

Il museo Funes è aperto solo al pomeriggio e ai fossili è dedicato un intero capannone. La ricostruzione dell’Argentonisauro deve essere stata piuttosto complicata, perchè è un bel 37 metri. Non so come rendere l’idea, e seguirò la mia deformazione professionale: si tratta di più di 2 aree di rigore di un campo da calcio o della distanza che c’è tra casa base e la seconda base in un campo da baseball.
Per aiutarvi, ho anche il commento in presa diretta fatto da mia moglie appena ha visto per intero lo scheletro: “Noooooo”.
Doveva essere un animale formidabile e, per fortuna, si nutriva solo di conifere. Viveva un 90 milioni di anni fa, quando i dinosauri erano la specie dominante sulla terra. In gergo scientifico, si chiama un sauropode, ovvero il classico dinosauro: enorme, con il collo lunghissimo e la testa piccola. Proprio per questo, per il collo lunghissimo e le dimensioni incredibili del suo corpo, non poteva stare eretto per troppo tempo, altrimenti il cuore avrebbe fatto fatica a pompare sangue al cervello. Per reggersi, c’è per altro da pensare che avesse una muscolatura difficile da immaginare. Stando alle informazioni che si possono trovare oggi, si tratta del più grande dinosauro mai esistito. Questo VIDEO da YOUTUBE penso renda ancor meglio l’idea.
Mi permetto questa considerazione: se si è estinto lui, noi nanetti non staremo scherzando col fuoco?

Ai tempi di Argentinosauros viveva da queste parti anche la versione sudamericana del Tirannosauro: il Gigantosauro, detto Carolinii dal nome del cacciatore di fossili Ruben Carolini. Rispetto al nostro, Carol (affettuosamente…) era anche piuttosto piccolo: un 13 metri.
In effetti, in Argentina esiste un circuito dei dinosauri; si comincia con El Chocon (città da cui è partita l’esperienza di Carolini; è a 80 chilometri dalla capitale della Provincia del Neuquén, ha meno di 1000 abitanti ed è famosa per la diga sul fiume Limay) e il suo museo municipale Ernesto Bachmann. La valle di El Chocon è conosciuta come El Valle de los Dinosaurios. Per decenni, gli abitanti hanno cucinato il capretto asado in enormi affossamenti del terreno che poi si sarebbe scoperto essere orme del Gigantosauro.
E’ molto fornito da questo punto di vista anche il museo di Scienze Naturali di La Plata (la città della squadra di calcio dell’Estudiantes; ho una certa diffidenza per la località. Contro l’Estudiantes, il Milan vinse la sua prima Coppa Intercontinentale e io rimasi traumatizzato da come gli argentini massacrarono di botte il nostro Nestor Combin). Infine, c’è il parco provinciale di Ischilaguasto, sopra Cordoba. La Valle della Luna ci riporta addirittura a resti di dinosauri del Triassico: oltre 200 milioni di anni fa.