Cosa ci può insegnare Bryce Harper

BASEBALL, SCHIROPENSIERO, SPORT

Bryce Aron Max Harper è, come recita il suo profilo su Wikipedia, un esterno professionista di baseball dei Washington Nationals della Major League Baseball.

Bryce HarperDetto così, si tratta di un profilo molto generico. Ma Harper ha in effetti molto di speciale.
Alto 1.92 per circa 100 chili di peso, ha compiuto 20 anni martedì 16 ottobre. Ma anche questo non è che lo elevi più di tanto rispetto a molti suoi coetanei. Quello che lo rende speciale è che, al secondo anno di High School a Las Vegas, ha superato quello che in America si chiama General Educational Development, un test che certifica che lo studente ha il livello di conoscenza di chi ha finito la High School e che quindi si può iscrivere all’Università.
Detto e fatto: Harper si iscrive direttamente al College of Southern Nevada e gioca nella Scenic West Athletic Conference (National Junior College Athletica Association). Così facendo, diventa eleggigile per il draft.
A nemmeno 18 anni, gioca come catcher a tali livelli che il giornalista sportivo Rob Miech gli dedica un libro dal titolo ‘The last natural’ (l’ultimo talento naturale) e che definisce il suo primo (e unico) campionato di College come La più grande stagione di un giocatore nei campionati amateur.
Non a caso Harper vince il Golden Spikes Award (il premio che va al miglior giocatore di College dell’anno) e viene scelto dai Washington Nationals come primo giocatore del draft 2010.
I Nationals non vogliono perdere tempo per vederlo in Grande Lega. Gli cambiano ruolo, trasformandolo in esterno, e gli sottopongono un contratto da 7 anni e 18.9 milioni di dollari.

Allo Spring Training 2011 la nazionale italiana è ospite per una partita amichevole del centro di allenamento dei Nationals a Viera (Brevard County, Florida). I Nationals oppongono agli azzurri una squadra fatta da giocatori sulla rosa dei 40. Tra questi, c’è un ragazzo dal fisico statuario, che non parla con nessuno e a ogni giro del line up batte 3 volte. Il pitching coach della nostra nazionale Bill Holmberg mi si avvicina e sussurra: “Ma non sarà mica Bryce Harper?”. Al momento non saprei dire chi è, questo Harper. Ma non posso fare la figura, abbozzo e dico “Penso di sì”. Poi in silenzio faccio una ricerca su internet per capire chi è.

Nell’ottobre del 2011 la nazionale italiana torna a Viera per giocare, in preparazione al Mondiale IBAF, un’amichevole contro una selezione di prospetti dei Nationals. Bryce Harper, sempre senza parlare con nessuno, batte ancora 3 volte a ogni giro del line up.
Leggo su un sito specializzato in top prospects: “A dispetto di aspettative folli, Harper è riuscito a essere tanto buono quanto diceva la pubblicità”.
E dire che Bryce aveva iniziato male la stagione, tanto che nel mese di aprile il medico degli Hagerstown Suns (Singolo A) lo aveva mandato dall’oculista. Il dottor Keith Smithson aveva visitato Harper e sentenziato: “Ma riesci a battere? Hai gli occhi peggiori che io abbia mai visto”.
Provate le lenti a contatto, nelle prime 20 partite successive alla visita Harper batte a media .480, con 7 fuoricampo, 40 doppi e 23 punti battuti a casa.
La stagione di Harper finisce a causa di un infortunio mentre sta giocando a livello di Doppio A.

Bryce Harper esordisce nelle Grandi Leghe il 28 aprile 2012, a 19 anni e 6 mesi. Nella prima partita ottiene la prima valida in Major (un doppio) e il primo punto battuto a casa (volata di sacrificio).
Il 6 maggio viene colpito intenzionalmente da Cole Hamels (a cui non piace il suo atteggiamento: “Più che sicuro di se, è arrogante”). Harper non si scompone: avanza fino in terza su una valida e poi ruba casa base. Non succedeva dal 1964, che un teen ager si esibisse in una grande rubata.
Il 14 maggio batte il suo primo fuoricampo (contro Tim Stauffer dei Padres). L’ultimo della sua età a battere un homer in Major era stato Adrian Beltre nel 1998.
Il 5 giugno chiude al dodicesimo la partita dei Nationals contro i Mets con un singolo.
Il 12 giugno batte un lunghissimo fuoricampo contro i Toronto Blue Jays al ‘Rogers Centre’. Un giornalista gli chiede: “Che fortuna, qui si può bere a 19 anni, non a 21 come negli Stati Uniti. Festeggerai?”
Harper risponde con un memorabile: “That’s a clown question, bro”. Che gli merita la definizione di “Old fashioned player in a young body”.
Bryce Harper è stato il più giovane position player a giocare l’All Star Game e il terzo giocatore più giovane in assoluto dopo Dwight Gooden e Bob Feller (che erano lanciatori).

I giornali Italiani hanno parlato di lui per le lenti a contatto rosse che indossa la sera (“sembra quel personaggio della saga di Twilight”). Noi ci concentriamo sul suo scouting report: “Il suo swing ultra aggressivo si avvicina alla violenza. Velocità della mazza di primo piano. La sua potenza è il massimo possibile, difficile da valutare: scegliete a caso una definizione. Braccio di primo piano. Ottimo feeling con il ruolo di esterno. Corridore solido“.

Avendo avuto il privilegio di vedere in azione Bryce Harper prima che arrivasse in Major League, posso concludere che ho capito cosa dobbiamo importare dagli Stati Uniti: prendere atto del fatto che il migliore di tutti (dicono gli scout: “a generational talent”) abbia passato la primavera e l’autunno del suo primo anno da professionista (con quasi 19 milioni di dollari garantiti) a fare il triplo dei turni di battuta di chiunque altro.