Finisce il 2016 e ci prepariamo a lasciare il Texas

SCHIROPENSIERO, TELEVISIONE, Texas e Bahamas 2016-2017 , , ,

Ho iniziato l’ultimo giorno del 2016 leggendo che USA Today lo considera un anno surreale, alla luce di tutte le persone famose che sono morte.  In questo resoconto non avevo ancora scritto che in viaggio ho appreso della morte di George Michael. Che non si può dire sia mai stato un mio idolo, ma certo è un altro pezzo dei miei 20 anni che se ne va. Di lui ricordo benissimo che non si poteva parlare bene, con il gruppo di sedicenti esperti di musica pop-ma-impegnata con cui entravo in contatto ogni sabato pomeriggio. Ma anche che Last Christmas dei Wham (1986) è una canzone che come colonna sonora delle mie seghe mentali amorose ha detto la sua.

La serata dell’ultimo dell’anno l’abbiamo passata a Houston e devo dire che non abbiamo fatto una gran scelta. Dopo aver scartato una serie di feste perché nessuna ci abbinava la cena, abbiamo mangiato in uno sport bar lungo Main Street che si chiama Springbok (come la gazzella sudafricana e la nazionale di rugby di quel paese, di cui ostentava rispettivamente alla parete una testa trofeo e una maglia) e che ci era piaciuto. Il fatto che il cameriere che ci aveva serviti la sera prima ci abbia accolti con un Welcome back e poi abbia aggiunto che per la serata avevano chiamato un diggei, è stato di incoraggiamento a eleggere Springbok come sede ufficiale dell’intera serata. Abbiamo sbagliato: non è venuto quasi nessuno e il diggei ha fatto tutto un programma hip hop che ho trovato inascoltabile. Così abbiamo brindato con un cocktail a base di Amarula (liquore sudafricano) e abbiamo accettato i calici di vino spumante che il barista ha spacciato per sciampeign, ma che in realtà era una roba dolce modello quello che si vinceva ai concorsi delle giostre (per noi di Parma: i Baracconi) quando ero bambino.
Per fortuna, lo chef Seth Greenburg cucina bene. In 2 sere ho mangiato un ottimo chili e un panino con la carne di cinghiale (wild boar), quest’ultimo piatto decisamente pensato per uomini che non devono chiedere mai.
La gioventù di Houston si è tutta radunata nei locali tra Market Square e Allen’s Landing. La serata ha un clima dolce e stimola le ragazze a sfoggiare mise estive (non sempre adattisime alle complessioni fisiche, se devo essere sincero), con tanto di tacco 11.

Il 2017 inizia con il sollievo che se n’è andato un anno bisestile. Nota: il 10 febbraio 2004 scrissi nel mio Diario di un cronista itinerante per Baseball.it un articolo sugli anni bisestili; l’ho pubblicato su questo sito all’interno di un pezzo che mette assieme i Diari dal 2 febbraio all’8 marzo di quell’anno; vedo che l’elenco dei miei commenti sugli anni bisestili si ferma al 2000 e mi prometto di aggiungere quanto prima 2004, 2008, 2012 e 2016. Il sollievo dura poco, perché mi rendo conto che il nuovo anno finisce in 17.
Sono superstizioso? Non propriamente, ma diciamo che cerco di cogliere dei segnali su quello che potrebbe succedere. Se questo significa essere superstizioso, allora vuol dire che sono superstizioso.
Sheldon Cooper non approverebbe, lo so. Lo penso quando arrivo nei pressi di Galveston, dove Sheldon è nato nel 1980 (in un supermercato, recita la sua biografia su Wikipedia, che ricorda anche che Sheldon ha un quoziente intellettivo strabiliante: 187).
Sheldon Cooper in verità non esiste. E’ uno dei personaggi di The Big Bang Theory, una formidabile sit-com americana di cui ho scritto su questo sito tempo fa. Lo interpreta l’attore Jim Parsons, nato a sua volta in Texas (precisamente a Houston) nel 1973 e che ha vinto 4 Emmy Awards e 1 Golden Globe grazie a questo personaggio.
Sheldon Cooper non esiste, ma è preso molto sul serio. Gli hanno intitolato un asteroide (246247 Sheldoncooper, scoperto nel 2007) e hanno battezzato in suo onore una specie di ape (Euglossa Bazinga) e una medusa (Rhizostomeae Bazinga). Bazinga è l’espressione che usa quando è soddisfatto di una battuta.
Esiste un Fan Club di Sheldon (che puntualizza che il supermercato in cui è nato è della catena Walmart) e la sua pagina non ufficiale su Facebook ha più di 12 milioni di LIKE. E non mi sono sbagliato a scrivere.

Jim Parson’s interpreta Sheldon Cooper in “The Big Bang Theory”

Galveston è una città di circa 50.000 abitanti situata sull’isola omonima, che si trova nel Golfo del Messico, ma è collegata al Continente  da un ponte lungo 3 miglia abbondanti. Agli americani le isole non devono piacere tanto, se pensate che  non si sono fatti troppi scrupoli quando si è trattato di cementificare le Florida Keys, ora unite tra di loro da un’autostrada.
Galveston passò alla storia per un violentissimo maremoto, che nel 1900 causò 10.000 morti.  In città, oltre a Sheldon Cooper, sono nati anche il celeberrimo musicista Barry White (19442003) e Jack Johnson (18781946), il primo Campione del mondo nero dei pesi massimi di pugilato.
Per arrivarci da Houston si percorrono poco meno di 50 miglia. Noi puntiamo su Jamaica Beach, la spiaggia più celebre. E’ inverno e quindi i vari condos e alberghi sono abbastanza vuoti. E’ ricercatissimo il molo, soprattutto dai pescatori. Lo gestisce il titolare del ristorante Jimmy’s on the Pier. Per accedere al Pier si paga, ma se mangiate da Jimmy’s (come noi, che abbiamo consumato un brunch attorno alle 16) con il conto vi portano un bracciale che consente un passaggio gratis di un’ora. Sul molo ci sono parecchi pescatori attivi, qualche uccello di mare che spera si scordino qualche esca e molti cartelli che invitano a non dar da mangiare ai delfini e segnalare ai Ranger la presenza di tartarughe.
La prima giornata del 2017 scivola via, pigra ma veloce. A Houston per cena decidiamo di rimanere nei dintorni dell’albergo e finiamo col mangiare in un fast food messicano (catena Taco Cabana), gestito da una donna di età indefinibile e che fa la spiritosa quando ordino una birra: “Hai 21 anni?”. Le rispondo: “Certo, vuoi vedere il mio passaporto?”. E da lì inizia a chiamarmi sweetheart.
Forse ci potevamo impegnare un po’ di più, per scegliere il posto dell’ultima cena in Texas.

Per questo resoconto di viaggio vi do appuntamento a lunedì 13 febbraio. Più che On the Road, il viaggio diventa In the Air, visto che si vola alle Bahamas.

13-CONTINUA