La cattedrale di Guadalajara

Un giro a Guadalajara me lo meritavo

VIAGGI

Quando un impiegato della British Airways con un orzaiolo all’occhio sinistro (giuro che ce l’aveva già…ma l’orzaiolo è contagioso e sono fiducioso gli possa passare all’occhio destro) mi ha detto che il mio volo da Città del Messico a Londra era già chiuso, volevo spaccare giù tutto. Sia perché il ritardo accumulato da Guadalajara alla capitale ne aveva del surreale (InterJet ci ha messo una vita a imbarcarci, perdendo lo slot e rimanendo sulla pista di rullaggio per un tempo indefinito), sia perché ai controlli di sicurezza mi hanno bloccato perché non avevano l’aggeggio per leggere il codice a barre della mia carta d’imbarco digitale (prima e ultima volta che mi fido del “non sprecare carta per stampare, difendi un pianeta terra verde”) e infine perché hanno trovato il macchinino per leggere il codice a barre e mi hanno fermato giusto per quei 5 minuti che hanno permesso a quello con l’orzaiolo di chiudere l’imbarco.

Ma superato il rischio di ictus (e di arresto per ingiurie, in Inglese e Spagnolo, al personale British Airways), la giornata di ozio romano che è diventata sabato 16 febbraio, mi è anche piaciuta. Dopo una notte agitata (non so se dalla rabbia che stavo smaltendo o dall’enorme margarita che ho deciso di bere una volta preso alloggio), il mio stato è lentamente passato da quello di una versione privilegiata del personaggio di Tom Hanks in The Terminal a quello di uno che si faceva i fatti suoi, fino a scivolare nell’euforia una volta che ho colto con la coda dell’occhio il gol di Calhanoglu, che ha portato in vantaggio il Milan a Bergamo contro l’Atalanta, sul tablet di un addetto alla sicurezza dell’albergo.

Avevo lasciato Guadalajara dopo essermi ritagliato un po’ di tempo per una passeggiata in centro. Quando mi ha visto un po’ infastidito dal traffico, l’autista si è sbilanciato in un “sai, qui ci sono 15 milioni d’abitanti”.
Dove sia “qui”, non si sa. Perché l’area metropolitana di Guadalajara arriva a 5 e l’intero Stato di Jalisco circa a 8. E neanche posso aver capito male io. Il mio Spagnolo è moderatamente buffo, ma tra cinco (5) e quinze (15) non ci dovrebbero proprio essere dubbi.

Guadalajara risale al 1542, quindi a una ventina di anni da quando Hernan Cortès sconfisse gli Aztechi (o meglio, i Mexica) dell’Imperatore Cuauhtemoc. E il centro storico ha la classica struttura di quello di tutte le città della Nuova Spagna, con la Cattedrale e la Plaza de Armas.
Le attrattive turistiche di Guadalajara sono tutte attorno alla Cattedrale. La perla è però l’Edificio Hospicio Cabañas. Oggi è un Museo, che ospita opere dei più importanti artisti messicani (a iniziare da Diego Rivera, ma con particolare rilevanza degli affreschi di Josè Clemente Orozco) ma originariamente era un’orfanotrofio. Costruito a inizio 1800, è stato anche una caserma militare. E oggi è Patrimonio dell’Umanità.

Naturalmente, tutti conoscerete lo Stato di Jalisco come quello dei Mariachi e della tequila. O per aver visitato la città balneare di Puerto Vallarta sull’Oceano Pacifico. Stando al mio autista, la principale gloria locale sono però le ragazze. E mi ha lasciato con un sibillino “se torni, ti preparo io un tour speciale”.

Per la cronaca, il volo che ho poi preso sabato sera è partito da Città del Messico con un 45 minuti di ritardo. E io ero al gate da 2 ore e mezza

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