Gli anni ’90: inizia l’era di Aldo Notari

"The game we love" - la storia della IBAF, BASEBALL, FICTION E PROGETTI EDITORIALI, SPORT

Da giornalista, ho fatto arrabbiare Aldo Notari moltissime volte. Ma mai come il lunedì di Pasqua del 1993.
Stavo presentando la cerimonia di chiusura del Torneo dell’Amicizia di softball e mi rivolsi a Notari in questo modo: “Aldo Notari è Presidente della Federazione Italiana ed Europea. A quando la Presidenza Mondiale?”.
Notari mi incenerì con lo sguardo.

Smith, terzo da sinistra, con i candidati a succedergli: da sinistra Garcia, Notari e PerezRobert Smith annuncia a Perth (Australia), durante l’ Asian Baseball Championship, che non si ricandiderà.
Lo fa all’apice della considerazione del mondo del baseball e dello sport più in generale: ha appena ricevuto l’Olympic Order ed è stato indotto alla Hall of Fame della American Baseball Coaches Association.
Smith ammette al ‘Manila Times’: “E’ una decisione difficile”. Ma è una decisione.

Le elezioni si tengono a Milano il 20 e 21 giugno e i candidati sono 3: Carlos Garcia (Nicaragua), Alonzo Perez (Messico) e Aldo Notari (Italia).
Durante il nostro incontro dell’autunno 2011, Smith disse: “Sinceramente, non mi aspettavo che Notari fosse interessato a quel ruolo. Lo conoscevo come dirigente tecnico molto capace, era stato un mio collaboratore di punta, ma non lo facevo un politico”.
Notari era invece un politico abilissimo.

Presidente di una FIBS di grande successo a livello internazionale (l’ItaliaAldo Notari (di Patty Ortin) aveva vinto gli ultimi 2 Europei di baseball, l’ultimo davanti a migliaia di persone nello splendido nuovo stadio di Nettuno, un gioiello che eleva in maniera esponenziale lo standard degli stadi del Vecchio Continente), senza oppositori in Europa, Notari finisce per convincere per primo proprio Smith che è lui il suo successore ideale.
Senza ombra di dubbio, il programma di Garcia (allora Ministro dello Sport in Nicaragua, dopo le ben note vicende degli anni ’80), è migliore di quello di Notari.
Il programma dell’Italiano si può riassumere in queste parole: “E’ necessario seguire le linee guida tracciate in precedenza”. Poi parla di “lavoro di squadra”, di destinare i fondi della Oympic Solidarity allo sviluppo.
Quello del Centro Americano parla invece di “riorganizzazione” della IBA e di “riduzione delle spese non necessarie”. Parla anche di trasferire la sede ad Atlanta e aprire un ufficio a Managua.
Alonzo Perez Gonzalez (presidente della Confederazione delle Americhe, la COPABE), il cui programma ricalca in larga parte quello di Notari, non ha invece nessuna possibilità (“Non aveva i voti” disse Smith durante il nostro incontro).
Con ogni probabilità, Ish Smith (molto influente nei 5 Continenti) indirizza il voto verso Aldo Notari, che esce vincitore senza discussioni.

Miquel OrtinNotari dimostra idee chiare. Liquida David Osinsky e ingaggia lo spagnolo (ma l’interessato si definirebbe più volentieri catalano) Miquel Ortin. Nell’ultimo mandato di Smith, Ortin era il Vice Presidente Continentale per l’Europa, ma Notari lo aveva convinto a non ricandidarsi. Durante la prima riunione del nuovo Esecutivo IBA a Barcellona, Notari propone a Ortin il ruolo di Direttore Esecutivo.
Il primo compito del neo direttore è spostare la sede dagli Stati Uniti a Losanna (Svizzera), dove ha sede anche il Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
“La mia prima visita a Losanna fu il 12 ottobre 1993” sono parole di Ortin “L’ufficio ha aperto il 2 gennaio 1994”.
Quello che Notari vuole è una relazione quotidiana con il CIO, che nel frattempo sta mutando pelle e ha ammesso i professionisti alle Olimpiadi.
La contromossa di Notari è immediata e porta in votazione il cambiamento di Statuto che permetterebbe ai pro di giocare nei tornei IBAF. Un’imboscata dei paesi latino americani (con Cuba in testa) fa fallire il progetto nel 1994, ma nel 1996 il cambiamento allo statuto passa. Il rammarico di Notari è che non sarà in tempo per le Olimpiadi di Atlanta.
Con il supporto del primo Vice Presidente Eiichiro Yamamoto, quasiEiichiro Yamamoto ottuagenario di grande influenza in Giappone, Notari costruisce un rapporto formidabile con la NPB, le Major Leagues giapponesi. Non ha la stessa facilità di rapporti con la contro parte statunitense. In particolare, con il Sindacato dei giocatori di Major League (MLBPA) e il suo leader Don Fehr. Notari oltretutto parla in pubblico di “Major League” in generale e sottovaluta il fatto che non avrà mai giocatori di Grande Lega nei suoi tornei senza l’imprimatur del Sindacato.
Sottovaluta anche il fatto che Yamamoto si sente in grado di guidare personalmente l’IBA. Alle elezioni del 1997 a Pamplona (Spagna), Yamamoto si candida alla Presidenza poche ore prima del voto (oggi un blitz del genere non sarebbe possibile). Notari reagisce con furia: nel corso di un pranzo, toglie letteralmente la terra sotto i piedi a Yamamoto tramite un accordo con gli Stati Uniti e con l’Australia, alla quale offre la Segreteria Generale nella persona del 47enne John Ostermeyer, un imprenditore di origine olandese che è anche Segretario Generale della Federazione australiana.

Notari vince le elezioni, ma l’accordo elettorale si rivela una delle peggiori John Oestermeyerdecisioni della sua carriera. Ostermeyer in effetti è qualcosa di più di una serpe in seno. La sua opposizione al Presidente sfocerà in una candidatura in opposizione a Notari, come vedremo.
La IBA potrebbe in teoria avere i professionisti al Mondiale 1998 in Italia, ma non raggiunge un accordo con la MLBPA. Il torneo oltretutto si gioca con mazze in alluminio. Come se non bastasse, al Mondiale italiano ci sono ben 2 casi di doping.
Notari a quel punto non è più il brillante dirigente che ha rivoluzionato con la Germal Parma il baseball italiano e conquistato la stima di tutto il mondo del baseball internazionale e nemmeno il fine politico che ha saputo rimanere nelle retrovie fino a che non gli si è presentata l’occasione di fare il grande salto verso la Presidenza della IBA. E’ un uomo che si avvicina ai 70 anni ed è terrorizzato dall’idea di perdere quel ruolo di prestigio. Notari si auto convince che quella del baseball internazionale deve essere un’oligarchia immutabile nel corso dei decenni, si chiude ai contributi dall’esterno. Decide che le cattive notizie non saranno cattive semplicemente perché non ci saranno cattive notizie ( nel 1993 il suo programma recitava: “Dobbiamo migliorare la comunicazione”) e ce ne saranno poche anche di buone. Nessuno viene in effetti a conoscenza dell’accordo che la IBA stringe con Sports Marketing Japan sui diritti televisivi delle Olimpiadi. E’ un accordo milionario (parlando di dollari), ma trasferisce ogni potere sulle immagini delle partite di ogni torneo qualificatorio all’azienda giapponese. Che da parte sua, è conscia di prendersi un rischio, ma in verità sta calcolando il rischio. Paga milioni qualcosa che non vale nulla al momento della firma, ma che varrà decine di milioni se le Olimpiadi di Sydney avranno in campo i professionisti.
La cosa puntualmente succede. Con Matsuzaka (Giappone), Sheets (Stati Uniti), Nilsson (Australia) e Tom La Sorda (manager degli Stati Uniti) alle Olimpiadi, Sports Marketing Japan vince la scommessa.
Anche Notari è convinto di vincere la sua. Gli stadi sono pieni, gli Stati Uniti sono una super squadra (anche se non il Dream Team del basket: Notari non lo dice a nessuno, ma il suo accordo con la MLBPA esclude i giocatori sulla rosa dei 25 di Major League).
Per la verità, a Sydney Notari può occuparsi poco degli aspetti legati al gioco. E’ troppo impegnato a rintuzzare il tentativo di Ostermeyer di scalzarlo dalla Presidenza della IBA. Al Congresso del 2001 Notari fa fuori Ostermeyer: il nuovo Segretario Generale è il panamense Eduardo De Bello.

Le Olimpiadi di Sydney avevano visto la presenza, come coordinatore delAldo Notari e Jacques Rogge CIO, del medico belga Jacques Rogge, ex campione di vela e rugby, nonché ex presidente del Comitato Olimpico belga e dei Comitati Olimpici Europei. A 58 anni, Rogge era un giovane virgulto, per gli standard del CIO. Il suo curriculum immacolato (rarissimo in anni di scandali travolgenti per la Olympic Family) lo poneva in rampa di lancio per succedere a Samaranch alla Presidenza.
Il 16 luglio 2001 Rogge viene eletto come ottavo presidente del CIO. La sua prima mossa è ordinare una revisione del programma delle Olimpiadi (dopotutto, lo prevede la Carta Olimpica) al Presidente della Commissione competente Franco Carraro.

Notari si sente nella classica botte di ferro. Considera Rogge un amico (Notari parla perfettamente il Francese, la lingua madre di Rogge) e Franco CarraroCarraro, ex Presidente del Comitato Olimpico Italiano (CONI) ed ex molte altre cose, lo conosce come le sue tasche. O almeno pensa.
Carraro infatti giunge alla conclusione che il numero di sport ammessi al programma non aumenterà, che le candidature di golf e rugby sono da prendere in seria considerazione comunque e che, per fare posto a queste discipline, si dovranno eliminare altri 2 sport. Carraro consiglia di togliere dal programma dei Giochi baseball e softball.
Per Notari è un colpo basso. Ma Notari non è uomo da finire al tappeto e si presenta battagliero all’audizione con Carraro. Anche troppo.
“Fu un disastro” ricorda Miguel Ortin “Notari non accettava le critiche sul doping e sul fatto che il baseball non avesse i migliori giocatori a rappresentarlo nelle Olimpiadi. Litigò duramente con Carraro”.

Notari è comunque tranquillo. La gestione Ortin rende la IBA ricca. Magari si investe poco sullo sviluppo (d’altra parte, la priorità sembra sia accumulare denaro), ma il Mondiale (per la prima volta ufficialmente World Cup; durante il torneo Notari cambia il nome dell’organizzazione in International Baseball Federation, IBAF) arriva a Taiwan ed è la prima manifestazione sportiva di livello internazionale dell’isola. Il Giappone (ricco di giocatori NPB), Cuba (dei Contreras, Lazo e Linares), gli Stati Uniti (allenati da Terry Francona) riempiono gli stadi quando giocano contro la nazionale di casa, che a sua volta ha in rosa stelle del calibro di Hsu Min Chieh (Seibu Lions-NPB) e Chen Chin Feng (Los Angeles Dodgers-MLB).
E poi, Rogge è un “amico” e il Presidente IBA lo invita alla Coppa Intercontinentale del novembre 2002 a Cuba.
Nel corso di una conferenza stampa, Rogge porta dalla sua parte la stampaNotari e Gianna Angelopoulos Daskalaki, presidente comitato organizzatore ad Atene (di Marco Vasini) dell’isola con un magistrale: “Fidel Castro è un vero uomo di sport” e risponde alla grande alle critiche: “Commercializziamo le Olimpiadi per permettere agli atleti dei paesi meno ricchi di partecipare”.
Notari è tra quelli conquistati da Rogge (che si esprime in un ottimo Spagnolo) quando il Presidente CIO dice: “Ci potrebbero essere cambiamenti al programma dei Giochi a partire dal 2012. Ho sul tavolo una proposta della Commissione di Franco Carraro e una controproposta della IBAF di fare un torneo più corto, che io trovo interessante”.
Andando contro alla linea che aveva seguito fino a poche settimane prima (ovvero: più squadre alle Olimpiadi; la prima mossa era stata dare all’Europa 2 posti tra le 8 finaliste), Notari stava dando una ennesima dimostrazione della sua capacità di reagire in tempo reale alle situazioni sfavorevoli.

Poche settimane dopo, il CIO vota un programma dei Giochi a 28 squadre. La posizione del baseball (e del softball) si fa traballante. Notari (e la sua controparte della Federazione Internazionale Softball, ISFDon Porter, peggio di lui) rifiuta di vedere la realtà. Ai Giochi di Atene partecipano addirittura 3 squadre europee. La Grecia (paese organizzatore) in realtà non ha un campionato di baseball e nemmeno una nazionale. Ma il proprietario dei Baltimore Orioles Peter Angelos se ne inventa una, ingaggiando tutti i giocatori americani di origine greca delle Leghe Minori. In rosa la Grecia ha un ex Major League (Pappas) e prospetti sicuri (Markakis, oggi star proprio degli Orioles, e Kottaras). Che poi in campo parli Inglese, poco conta.
Gli organizzatori sono contenti, perché il pubblico riempie gli stadi per gridare “Hellas, Hellas”, anche se non capisce tanto le regole: al primo rientro in tuffo in prima (su banale tentativo di pick off) di un giocatore greco, tutti scattano in piedi ad applaudire.
Il torneo è un disastro. Il favorito Giappone (una vera All Star NPB) si fa eliminare in semifinale dalla sorprendente Australia. Gli aussie perdono la finale contro Cuba, affondati da un clamoroso errore arbitrale. Gli ascolti in TV sono a livelli imbarazzanti. D’altra parte, non partecipano ai Giochi gli Stati Uniti (eliminati,  in un cervellotico torneo qualificatorio a Panama, alla prima sconfitta) e la Corea.
Dopo i Giochi baseball e softball decidono di andare ciascuno per la sua strada e di proporre al CIO rispettivamente baseball femminile e softball maschile, anzichè un progetto comune.

Notari e Ortin premiano Cuba campioneIl 7 luglio 2005 il CIO si esprimerà sul programma dei Giochi di Londra. Strategicamente, Notari colloca le elezioni IBAF il 6 giugno. Dopo che nel 2004 il Congresso non gli aveva approvato modifiche allo Statuto, Notari aveva nel frattempo deciso di non candidarsi per un altro mandato alla Confederazione Europea (CEB).
Con il 55% dei voti, Notari batte comunque il solito John Ostermeyer e viene confermato in carica.
Un mese dopo però le cose non vanno come il Presidente IBAF avrebbe voluto. Il 7 luglio (54 voti a 50) il CIO esclude il baseball dal programma delle Olimpiadi 2012. Esce anche il softball (con una maggioranza ancora più risicata) ed è dal 1936 (quando venne escluso il polo) che non venivano tolti sport dal programma.
“E’ difficile capire le ragioni di questo voto” commenta Notari.
Una mano a cercare di capire gliela danno un paio di membri CIO. Dice Craig Reedle (Gran Bretagna): “Per essere alle Olimpiadi, il baseball deve presentarsi con i giocatori di Major League”. Dice John Coates (Australia): “Ci sono molti dubbi sui controlli anti doping”.

Sorprendentemente, il CIO vota contro alla sostituzione di baseball e softball con golf e rugby. Notari ci vede un’altra possibilità e fa partire una campagna furiosa, e rivolta soprattutto all’Europa, per chiedere un voto che possa riportare al CIO la scelta di mantenere il baseball nel programma, visto che non era stato sostituito.
Notari partecipa al primo Esecutivo della CEB convocato dal neo Presidente Martin Miller (Germania). Miller è tra coloro che si oppongono a Notari da anni. C’è il (fondato) sospetto che, assieme ad Ostermeyer, sia dietro il progetto di una pubblicazione che raggiunge via fax le varie Federazioni e non risparmia critiche (a volte davvero aspre, al limite del cattivo gusto) a Notari.
Notari non usa parole distensive, quando prende la parola: “Temo che qui ci siano Federazioni che non hanno rapporti con i loro membri CIO” spara “Vorrei sottolineare il fatto che per riportare il baseball alle Olimpiadi non c’è bisogno di esperti della politica del cortile di casa. C’è bisogno di gente che guarda avanti 10 anni”.

A quel punto della sua vita, Notari forse guardava avanti 10 anni, ma rifiutava di guardare il presente. Ad esempio, l’evidente peggioramento delle sue condizioni di salute.
“Rifiutava di farsi controllare dai medici” ricorda Miquel Ortin “Ma stava male”.
Il 9 febbraio del 2006 Notari si prepara a partire per gli Stati Uniti per partecipare alla prima edizione del World Baseball Classic, il grande torneo ad invito organizzato dalla Major League Baseball per dare la possibilità alle sue stelle di rappresentare i paesi d’origine.  Si porta in valigia il voto contrario (46 contro 42) del CIO alla sua richiesta concedere un nuovo voto al baseball per rimanere nel programma dei Giochi di Londra.

A giugno Notari si fa convincere ad entrare in ospedale a Parma per una serie di controlli. La diagnosi di cancro è senza appello: le metastasi sono così diffuse, da non lasciare nemmeno la possibilità di una terapia.
“L’ultima volta che l’ho visto è stata anche la prima che ha ammesso di stare male” racconta Ortin “Mi disse che si era fatto la barba solo perché sapeva della mia visita”.
Quando Notari muore, non ho esitazione a scrivere sul sito della FIBS: “E’ Don Sergio Sacchistato il più grande dirigente italiano di baseball di tutti i tempi”. Il 28 luglio del 2006 l’orazione funebre per Aldo Notari viene celebrata da Don Sergio Sacchi al ‘suo’ (di Notari, ma anche di Sacchi, che a Parma è conosciuto come Don Baseball) stadio ‘Europeo’: “Aldo aveva fede a sufficienza per non temere questo momento”.
Quando il feretro di Aldo Notari  lascia il prato dell’Europeo, accompagnato dalle note della canzone dei Queen “Who wants to live forever”, pudicamente indosso gli occhiali da sole per nascondere una lacrima, che sorprende persino me. E’ da quel giorno che rimpiango di non aver dedicato una sera ad Aldo Notari per raccogliere le sue memorie. Lo avessi fatto, avrei un sacco di splendide storie da raccontare.

Il Vice Presidente Tom Peng (Taiwan) guida la IBAF fino al febbraio del 2007.

2 thoughts on “Gli anni ’90: inizia l’era di Aldo Notari

  1. Excelente artedculo, y claro, estoy de acuerdo con alnuogs puntos, con otros difiero de frente, pero bueno, de otra manera estaredamos hablando de Tostones a la cabronada , no de pelota :)Concuerdo en que se debe llevar paralelamente a la SN una liga de desarrollo, donde los peloteros suban y bajen segfan su rendimiento, lo que ha pasado en otras ocasiones es que a veces bajan a un jugador y este no este1 de acuerdo, entonces, sencillamente se va del deporte, creo que hay que trabajar en ese sentido, en retener a los jugadores.Tambie9n comparto, entre otras cosas, el punto en que dices de transmitir otras ligas, sea la Serie del Caribe, la Liga Japonesa, las Grandes o la que sea, pero si transmiten las ligas europeas de ffatbol, no veo razf3n para no poner el beisbol profesional en la tele cubana, pues bien pueden poner los juegos de equipos donde no hay cubanos, que es eso lo que molesta.Donde no estoy de acuerdo es en eliminar a Metropolitanos, como dices, la capital tiene aproximadamente un quinto de la poblacif3n del paeds, eso implica un mayo nfamero de atletas, en cualquier disciplina, y por tanto, peloteros a chorro salen de la capital. Aqued, por parte de la CNB se aboga por la territorialidad, y eso es importante, como tambie9n planteas, es el sustento del especte1culo, pero yo eliminareda el equipo de La Isla y repartireda esos peloteros entre los nuevos Artemisa y Mayabeque, y dejareda a Metros, y me1s afan, evitareda por todos los medios el acostumbrado arrebato de atletas hacia Industriales. Yo se9 que eso no le gustareda a la aficif3n en La Isla, pero es mucho me1s pre1ctico que eliminar a los Metros.Para terminar, pienso que los problemas del equipo Cuba son de fondo, para nadie es un secreto que eso se ha convertido en una empresita a conveniencia de unos cuantos, que importa me1s el sociolismo que otra cosa. El deda que cambien a todos en la CNB y que pongan alled a gente interesada en el especte1culo, el alegrar al pueblo, en la verdadera esencia de la pelota en Cuba, entonces retornaremos a los planos estelares de antaf1o. Eso si, no olvidar que ahora jugamos contra verdaderos profesionales, y los marcadores aquellos de: Cuba 25 Aruba 0, se acabaron, por ende, hay que saber perder, si alcanzamos un segundo lugar, pues bienvenido sea, sin malas caras, sin mala onda. Si se quiere ganar, hay que jugar y hacerlo bien, que se analicen los problemas que hay y se trabaje sobre ellos, no hay otra manera.Saludos 🙂

  2. e’ vero ke anno trafugato i ricordi di Notari dal vecchio stadio Europeo vicno alla ferrovia dove o visto il homer-run di quel giocatore nero che la palla è andata sulla rotaia. stadio molto bello acogliente e era anche vicino al centro della città in mezzo alla gente. ma perchè hanno distrutto un stadio così bello?
    La decisione di abbattere gli stadi da baseball e rugby l’ha presa il Comune di Parma. Va detto che il vecchio Europeo avrebbe avuto bisogno di investimenti ingenti, per continuare ad essere usato. Ultimamente non c’era nelleno la corrente in sala stampa. Del presunto furto dall’ufficio di Notari, non so nulla. Sarebbe da chiedere a chi aveva accesso all’ufficio

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