Io sul closer insisto

BASEBALL, SCHIROPENSIERO, SPORT

Sulla storia del closer, ammetto di essere un po’ ripetitivo. Ma il fatto è che io non mi rassegno all’idea che un lanciatore bravissimo resti in panchina quando ci sarebbe bisogno di lui e poi entri in una situazione nella quale non può fare la differenza.
Per non ripetermi troppo, ripeto un mio anatema di un annetto fa: “Capisco che in una stagione lunga 162 partite sia praticamente necessario specializzare i lanciatori del bull pen per evitare di usare sempre gli stessi (che è poi la tentazione che viene giustamente a un manager) e ucciderli di lavoro. Capisco ma, comunque, non approvo. Perchè è un modo per affidarsi a un piano prestabilito e togliersi anche la responsabilità di una delle scelte più difficili che capitano a un manager. Voglio dire: se all’ottavo il mio lanciatore ha affrontato 3 battitori e ottenuto 3 out comodi, per me inizia anche il nono. Il closer entrerà se serve e quando serve. E se non entra, domani lancerà lui l’ottavo e, se fa 3 out facili, inizierà anche il nono. Ammesso comunque che la favola del closer funzioni, ovvero che io abbia un formidabile rilievo che lancia strike sempre e sempre fortissimo, in una serie breve, in un torneo internazionale, in una finale l’omino in questione entra quando serve. Mica aspetto il nono, per poi magari scoprire che quel rilievo, che lancia sempre strike e sempre fortissimo, non l’ho usato.

Dennis Eckersley: anche il closer per eccellenza non fu sempre imbattibile. Chi non ricorda l'homer di Gibson dei Dodgers nelle World Series 1988 ?
Dennis Eckersley: anche il closer per eccellenza non fu sempre imbattibile. Chi non ricorda l’homer di Gibson dei Dodgers nelle World Series 1988 ?

Se prendiamo le World Series MLB, che nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 ottobre saranno giunte a gara 6, troviamo con Giants di San Francisco e Kansas City Royals l’esempio di 2 squadre dotate di un parco rilievi fortissimo. Mi direte che è abbastanza normale quando si arriva alle World Series, ma qui siamo in presenza di quelli bravi tra i più bravi. In particolare, i 3 rilievi dei Royals (Herrera, Davis e Holland) hanno stimolato i commentatori a tirare in ballo la storia: sono il miglior trio di tutti i tempi?
In gara 4, in vantaggio 4-2, il manager dei Royals Ned Yost ha preso decisioni che per me sono incomprensibili. Con il partente Vargas in difficoltà, al quinto ha mandato in pedana Frasor e poi Duffy (che ancora non avevano lanciato) e al sesto si è affidato a Finnegan, un rookie che pochi mesi fa lanciava ancora a livello di College. Capisco non aver utilizzato Herrera, che la sera precedente era apparso meno controllato del solito, ma Wade Davis ce l’ha per contratto, che può entrare solo all’ottavo? Qui siamo in una serie, le probabilità valgono quel che valgono (ogni statistica perde valore, se il numero delle prove è basso) e soprattutto per i Royals gara 4 era da vincere, alla luce del fatto che il giorno dopo contro Baumgarner sarebbe stata ben più dura. Quindi, io avrei giocato il tutto per tutto: in difficoltà il partente? Dentro Davis al quinto, chiuso l’inning spazio a Finnegan o Duffy o Frasor per arrivare a dare la palla a Herrera e Holland per gli ultimi 6 out. E sia chiaro: se Finnegan o Duffy o Frasor mi fossero finiti in difficoltà, avrei chiamato Holland. Per una volta, può lanciare anche un inning diverso dal nono. O è vietato?

E’ un terreno che potrebbe essere minato, ma io mi ci sono già avventurato.
Al Classic 2013, sia contro la Repubblica Dominicana che contro Portorico, il bull pen della splendida Italia di Mazzieri (Pugliese, Sweeney, Venditte) non è riuscito a salvare il vantaggio. In entrambi i casi il closer Jason Grilli è rimasto seduto . “Poteva lanciare solo un inning” ed è vero. Ma era obbligatorio che fosse il nono?
Alle Asia Series di qualche mese dopo il closer della Fortitudo Bologna Nick Pugliese non è entrato all’ottavo e i Samsung Lions hanno preso il vantaggio. Non c’è stato un nono inning da affidare a Pugliese.
Al Classic 2013 Grilli, miglior pitcher dell’Italia, ha lanciato un inning in 5 partite. Alle Asia Series 2013 Pugliese, miglior rilievo del Bologna, ha lanciato una ripresa scarsa con la sua squadra già abbondantemente sconfitta. La strategia del closer non è che funzioni proprio sempre. Anzi, penso proprio che tenda a non funzionare mai, se viene limitata a un arco di 2 o 3 partite che ha il valore della nostra o leggermente superiore, quindi una volta in vantaggio è difficile da raggiungere.

Sempre tornando alle World Series, ho visto anche Bruce Bochy (manager dei Giants) non cambiare il partente Bumgarner dopo 7 inning (oggi non lancia Romo) e neanche dopo 8 (oggi non lancia Casilla). E perché mai avrebbe dovuto, visto che stava dominando?
In compenso, nell’unico momento di difficoltà del partente dei Giants, con un corridore in seconda e un out al quinto, il mancino Baumgarner si è potuto fumare al piatto il mancino Dyson, senza che il manager dei Royals prendesse in considerazione l’ipotesi di cambiare il suo piano e utilizzare il pinch hitter che si è tenuto in caldo per quando aveva già perso la partita.
Non sarà mica questione di coraggio?