La mia serata zombie

BASEBALL, CINEMA, SCHIROPENSIERO, SPORT

Lunedì 10 marzo mi sono fatto una serata zombie come ai vecchi tempi: prima ho guardato Warm Bodies di Jonathan Levine e poi World War Z di Marc Forster.

George A. Romero oggi, a 74 anni
George A. Romero oggi, a 74 anni

Devo ammettere che, pur non spiegandomi perchè mai un morto vivente dovrebbe mangiare i vivi (o forse, proprio per quello), a me gli zombie hanno sempre fatto paura. Quando nel 1978 uscì Zombie di Romero (il seguito del leggendario La notte dei morti viventi del 1968; il titolo originale The dawn of the living dead aveva una certa continuità col titolo del primo capitolo, ma il distributore italiano non se ne accorse), io frequentavo le superiori. Solo il trailer mi agitò al punto da non riuscire a dormire prima che mio padre rientrasse dal lavoro, il che avveniva sempre dopo le 23. Mi iniziava a tranquillizzare il rumore dell’ascensore.

E’ opinione comune che Romero con i suoi film sugli zombie abbia rivoluzionato il cimena horror. Dice Stephen King: “Per il 20% migliorandolo, ma per il resto certamente peggiorandolo”. E’ un’opinione.
E’ anche opinione comune che Romero con La notte dei morti viventi abbia voluto esprimere una critica alla società americana dell’epoca. Secondo altri, alla guerra in Vietnam.
Per la verità, La notte dei morti viventi fu inizialmente considerato sconveniente e censurabile negli Stati Uniti, mentre venne accolto alla grande in Europa e in particolar modo in Italia. Nei primi anni ’70 da noi incassò la straordinaria (per gli standard di allora) cifra di 2 miliardi di lire.

Julie e R di "Warm Bodies"
Julie e R di “Warm Bodies”

Non è tanto difficile leggere tra le righe di un film sugli zombie. In Warm Bodies (una versione di Giulietta e Romeo: lo zombie si chiama R, la sua bella Julie e si parlano fin con lei che è sul balcone) gli zombie vogliono rappresentare quell’umanità che ha perso i sentimenti e può essere risvegliata solo con l’amore. Bei tempi andati: R ha anche una collezione di dischi in vinile e lui e Julie familiarizzano al suono (palesemente digitale, detto tra noi) di Hungry heart di Bruce Springsteen.
World War Z è invece una chiara allegoria su quel che potrebbe succedere se il terzo mondo si arrabbiasse sul serio. Allora, nemmeno la religione ci salverebbe. Gli Ebrei, che avevano capito tutto e si erano rifugiati a Gerusalemme, protetti da un muro, vengono travolti dall’orda di zombie che scala il muro. Il film non è indimenticabile, ma la scena della scalata del muro da parte della marea di zombie è francamente impressionante e rende decisamente l’idea. Per realizzarla, gli autori si sono ispirati ai movimenti degli insetti.
Le star Nicholaus Hault (R) e Teresa Palmer (Julie) in Warm Bodies e addirittura Brad Pitt (che è anche produttore; ha soffiato i diritti alla casa di produzione di Leo Di Caprio e questo è il film in cui lui è il protagonista che ha incassato di più) sono tra le chiavi del successo di questi 2 film.

Gli zombie di "World War Z"
Gli zombie di “World War Z”

Gli zombie di World War Z si muovono a scatti, hanno gli occhi fuori dalle orbite, sono ferocissimi, veloci e agitati (quasi vampiri; lo zombie medio lo ricordiamo invece lento e malfermo). Quindi, anche a me ispirano una lettura allegorica.
Mi ricordano i redattori di certi siti di presunta informazione che si occupano di baseball in Italia e che danno spazio alle opinioni più deliranti.
Partendo dall’assunto che ci sono pochi soldi (vero) e che la FIBS gestisce denaro pubblico (vero e non vero: all’articolo 1.3 dello Statuto si legge che è “un’associazione a carattere nazionale con personalità giuridica di diritto privato” e hanno “valenza pubblicistica” solo affiliazioni e loro revoche, controllo delle competizioni, prevenzione e repressione del doping, preparazione olimpica, formazione tecnici, gestione impianti pubblici”. Per dire: la gestione del sito FIBS, no), sostengono che la FIBS deve spendere pochissimo (magari nulla), magari distribuire alle società direttamente, come sosteneva un sedicente inventore, e chi lavora per la FIBS deve essere la moderna riedizione di Jacopone da Todi: vivere di stenti e, se capita, fustigarsi.
Io me li immagino, gli zombie, quando si ritrovano: occhi sbarrati, alla ricerca di chissà quale spreco e, quando credono di averlo trovato, iniziano a frinire (per gli zombie meno acculturati: è il verso che fa la cicala) di piacere.

Gli zombie certamente lo statuto della FIBS non lo conoscono. Quindi non hanno letto l’articolo 1.5: “Nell’ambito dell’ordinamento sportivo gode di autonomia tecnica, organizzativa e di gestione sotto la vigilanza del CONI ed è la sola organizzazione qualificata a disciplinare le attività del baseball e del softball in Italia“. Anche più interessante è l’articolo 2.3: la FIBS “Potrà compiere tutte le operazioni finanziarie, immobiliari, mobiliari e pubblicitarie che saranno ritenute necessarie o utili”. Addirittura tranquillizzante (per lo zombie cultore del sospetto) è l’articolo 5.8: “Il bilancio approvato, corredato con le relazioni del Collegio dei Revisori dei Conti e del Presidente Federale, è sottoposto all’approvazione della Giunta Nazionale del CONI”. Infine, allo zombie ligio alla norma, sarà utile sapere che (articolo 7.1): “Gli affiliati” cioè le società “Sono tenuti ad osservare e a far osservare ai propri iscritti, lo Statuto e i Regolamenti della FIBS”.

Tornando ai film, in particolare a World War Z: Peter Capaldi interpreta un medico della WHO (World Health Organization). Nei titoli di coda è quindi descritto come Who Doctor. Di lì a poco Capaldi è stato chiamato a interpretare Doctor Who nel telefilm BBC. Brad Pitt e soci sono degli spiritosoni