L’Islam e le reliquie del Topkapi

Istanbul, RELIGIONE, VIAGGI

Per concludere il discorso su laicismo e religione in Turchia, torno alla mia visita al Topkapi, alla stanza delle reliquie e alle reazioni che ho suscitato postando su Facebook che ero turbato dall’aver visto il bastone di Mosè, tanto che mi chiedevo se potevo fidarmi del fatto che fosse vero.
Molti mi hanno preso in giro, con il classico scetticismo che io sono il primo a riservare a queste cose. Devo ammettere che mi è poco chiaro il concetto di miracolo (se si escludono quelli che faceva Buffon in porta da giovane), mi oppongo al culto di Padre Pio, davvero non illuderei un malato facendogli fare un viaggio a Lourdes. Eppure sono Cristiano (sono in verità Cattolico per educazione, Cristiano per convinzione, scettico per natura. Un paio di miei miti, Soeren Kierkegaard e Heinrich Boell, erano Cattolici ferventi). Ma questo c’entra e non c’entra.

Una delle tante immagini del Martirio di San Giovanni
Una delle tante immagini del Martirio di San Giovanni

Quando si ha bisogno di credere in qualcosa, si è disposti a farlo a dispetto di tutto. Per noi Cattolici la Fede è basata sul dogma. Io sono uno che con i dogmi va poco d’accordo. Non sono per niente incline ad accettare le cose senza discutere e, come diceva Kierkegaard, ritengo che la vita di un credente debba essere scandalosa. Ovvero: piena di dubbi. So che c’è molta gente che si trova d’accordo. Di sicuro, quelli che hanno ironizzato sul bastone di Mosè.
Voglio tranquillizzarli: so che dietro le reliquie si nascondono prese in giro colossali. Ho, non a caso, riso nei denti a uno che a Gerusalemme mi voleva vendere un pezzo di legno pretendendo che venisse dalla Croce di Gesù Cristo (so che in Italia sono custoditi diversi reperti della Croce; come è noto, è custodito anche il lenzuolo che avvolse le spoglie mortali di Cristo, ma che ultimamente si pensa risalga al Secolo XIV). So distinguere un simbolo da qualcosa di vero. Il ramoscello d’ulivo della Domenica delle Palme non viene dagli ulivi dell’orto dei Getsemani. L’Ostia della Comunione non è davvero il Corpo di Cristo. Ma simboleggiare qualcosa di alto e non facile da capire per tutti con un oggetto concreto, è un modo razionale di operare. Gli Hindu addirittura sostengono che, non essendo tutti in grado di capire l’essenza del rapporto con una divinità, è bene aiutare le persone più modeste con rituali (tipo lavare e ornare le statue della divinità; lo scrivo minuscolo perchè dal mio punto di vista siamo sul blasfemo…) che le aiutino a capire. Ecco, con le reliquie del Topkapi, questo simbolismo non c’entra.

L’Islam è la Religione della rivelazione e non ha particolare bisogno di simboli. Secondo i musulmani, il bastone di Mosè esposto al Topkapi è il bastone che aprì le acque del Mar Rosso. L’orma di Maometto è il calco del punto in cui Maometto mise un piede, il cranio di San Giovanni (per loro il Profeta Giovanni) è proprio quello che resta della testa di San Giovanni, quella che Erode Antipa fece tagliare per compiacere Salomè. A dire tutta la verità, Giovanni Battista di teste ne doveva avere un po’ troppe, visto che il suo cranio sarebbe conservato a Roma (San Silvestro in Capite non si chiama così per caso…), Monaco di Baviera, Damasco e Amiens. Oltre che al Topkapi, naturalmente.

Comunque, andate al Topkapi. Noterete file interminabili di Arabi che entrano rispettosi nella sala delle reliquie. Che si sporgono per vedere se veramente quel minuscolo oggetto protetto da una teca contiene un pelo della barba di Maometto. E’ una visita istruttiva, che può aiutare a capire l’Islam un po’ di più. E a farci riflettere su chi è laico o meno.