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Verso il mercato: quali Red Sox nel 2019?

BASEBALL

Con il fatto che le partite sono capitate a ridosso delle finali del Mondiale Under 23 e che subito dopo ho viaggiato dalla Colombia all’Italia, non ho scritto l’atto conclusivo sulle World Series 2018. Ma faccio ancora in tempo. Per ora, voglio stare sul pezzo e parlare di attualità. Quindi, del prossimo mercato.

I Red Sox non hanno ancora finito con i festeggiamenti. Il Presidente Dombrowski è in California ai General Manager Meetings con 9 dipendenti, ma gli Organizational Meetings, che segnano l’inizio dell’attività di mercato, sono in calendario per lunedì 12 novembre.
“Sia chiaro, se succede qualcosa che richiede un intervento urgente, siamo pronti a muoverci” ha detto Dombrowski ai giornalisti.

Quel “qualcosa” sarebbe un’altra squadra che si muove con decisione per mettere sotto contratto uno dei free agent della rosa che ha vinto le World Series. E il pensiero va subito a Nathan Eovaldi, che presto riceverà un’offerta dai San Francisco Giants e probabilmente anche dagli Yankees, che si muoveranno con grande attenzione sul mercato dei lanciatori.

Per Dombrowski, Eovaldi è il primo obiettivo.
“Fosse per me, confermerei tutti” ha detto.
Ma la stampa di Boston gli ha anche fatto notare che confermare tutti è praticamente impossibile. Certo, mettere Eovaldi in rotazione dietro Sale (che, stando sempre a Dombro, non necessita interventi chirurgici, “solo un po’ di riposo”) e Price (che non ha esercitato l’opzione che gli consentiva di svincolarsi) e davanti a Porcello ed Eduardo Rodriguez, significherebbe avere la rotazione fatta. E sarebbe una rotazione capace di garantire quasi certamente una squadra in lotta per un posto nei playoff.

I Red Sox sono certamente pronti a fare un’offerta importante a Eovaldi più di quanto non siano pronti ad andare oltre i 17.9 milioni della qualifying offer fatta a Craig Kimbrel. E che il closer quasi certamente rifiuterà entro lunedì. La qualifying offer è per un anno, ma Kimbrel e il suo agente potrebbero avere sul tavolo presto un’offerta pluriennale (Kimbrel non ha fatto mistero: cerca un accordo da 5 anni) superiore ai 25 milioni a stagione. E a quel limite, i Red Sox non ci arriveranno.

Dice Dombrowski che non esclude di convertire in closer o Brasier o Barnes. Hanno lanciato nelle riprese finali e anche piuttosto bene, in questo 2018. Ma personalmente, ci credo poco. Sul mercato ci sono fior di potenziali closer. I Red Sox sembrano molto interessati a fare un’offerta ad Andrew Miller dei Cleveland Indians, che proprio Boston (2012) trasformò in rilievo. Miller esce da una stagione guastata dagli infortuni e che lo ha visto salire sul monte solo in 37 partite e per appena 34 inning. Contro le 57 presenze (62.2 riprese) del 2017 e le 70 presenze (74.1 inning) del 2016, il suo anno migliore. Miller guadagnava a Cleveland solo 9 milioni.

Se non riuscirà a trattenere Kimbrel, Dombrowski spera ovviamente di confermare Joe Kelly che, dopo una stagione di alti e bassi, è stato eccezionale nei playoff. Ma anche se dovesse perdere entrambi, e anche senza considerare Miller, restano parecchie opzioni. Kelvin Herrera, ad esempio. Classe 1989, quest’anno ha giocato nei Nationals. Joakim Soria, che ha appena rifiutato 10 milioni dai Brewers, per i quali ha giocato quest’anno. A suo agio come closer è Bud Norris (Cardinals). Derek Holland (Orioles) è mancino. E i Red Sox sono carenti a livello di rilievi mancini. Anche Miller è mancino, a ripensarci. E, a proposito di Indians, è libero anche il closer Cody Allen.
Un altro closer patentato è Zach Britton (quest’anno passato dagli Orioles agli Yankees). Non sono closer, ma sono affidabili Adam Ottavino (Rockies; reduce da una stagione 2017 da dimenticare, ha brillato quest’anno) e David Robertson (Yankees). Ha fatto un lavoro eccellente (lui sì, come closer) quest’anno agli A’S Jeurys Familia.

Dombrowski pronto al mercato
Davde Dombrowski, Presidente Baseball Operations dei Red Sox

Gli altri free agent dei Red Sox sono Steve Pearce (MVP delle World Series, Boston vorrebbe tenerlo), Drew Pomeranz (di certo, non può pensare di arrivare allo stipendio da 9 milioni che introitava quest’anno) e Ian Kinsler. Fresco di guanto d’oro (con Mookie Betts e Jackie Bradley, che a loro volta batteranno cassa), sicuramente ha mercato. Visto che i Red Sox avranno ancora Holt, Nunez, Tzu Wei Lin e riavranno Marco Hernandez (che, dopo aver perso la stagione a causa di un intervento chirurgico, ha fatto molto bene alla Arizona Fall League), confermare Kinsler avrebbe senso solo se Boston rinunciasse definitivamente a Dustin Pedroia.
Penso che le condizioni di Pedroia siano in testa all’agenda degli Organizational Meetings.

A proposito di infortunati, è ovvio che anche le condizioni di Stephen Wright condizioneranno le scelte sul mercato dei Red Sox, che hanno aggiunto alla rosa dei 40 Austin Maddox, rilievo fermo tutto l’anno per infortuni vari, e hanno lasciato libero Carson Smith. Tyler Thornburg, che al rientro dopo l’intervento non ha mai trovato il ritmo, merita comunque un’altra chance. E penso che gli verrà data allo Spring Training, non fosse altro che per tutelare l’investimento fatto.

Dimenticando per un attimo i free agent, anche perché al momento non è facile capire quale budget i Red Sox avranno a disposizione, non va scordato che Boston potrebbe giocare sul mercato la carta Blake Swihart. Escluso che Alex Cora intenda tenerlo come terzo catcher anche nel 2019, di certo potrebbe valere parecchio come merce di scambio.

Chiudo segnalando che nelle partite casalinghe di regular season i Red Sox hanno avuto 2.895.575 spettatori paganti, con una percentuale di riempimento di Fenway del 95.3%. Se come spettatori Boston è la nona (dietro Dodgers, Yankees, Cardinals, Giants, Cubs, Angels, Rockies e Astros), come percentuale di riempimento è seconda, dietro il 95.6% dei Cardinals.

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