Milan, via Marra. E io comincio a preoccuparmi

CALCIO, SCHIROPENSIERO, SPORT

Vincenzo Montella, l’allenatore del Milan  ha annunciato attraverso il suo profilo Twitter la decisione di interrompere “il rapporto professionale” con il preparatore atletico Emanuele Marra. La motivazione: “ho deciso di avviare un nuovo piano di preparazione, che purtroppo non ha trovato la piena condivisione del mio collaboratore”.
Montella dice che interrompe il rapporto “a malincuore” e c’è da credergli, visto che collaborava con Marra dai tempi in cui era un tecnico delle giovanili della Roma.
Emanuele Marra ha 33 anni, è romano ed è laureato in Scienze Motorie.

Il Tweet con cui Vincenzo Montella licenzia Emanuele Marra

Ieri sera, nel programma L’Originale di Sky, erano più o meno tutti d’accordo: la società ha chiesto una testa e Montella ha offerto quella di Marra. Indipendentemente da chi ha fatto la scelta, non è certamente un modo ortodosso di procedere. Anche perchè non è che il Milan può ricominciare da capo con la preparazione atletica nel bel mezzo della stagione. Voglio dire: è un dato di fatto che il Milan è apparso inferiore atleticamente sia alla Lazio che alla Sampdoria (il che non è ovviamente accettabile), è vero che Montella e Marra si sono trovati a preparare una squadra con tanti volti nuovi e con l’impegno dei preliminari di Europa League (contro avversari non proprio irresistibili, comunque, e per il primo turno senza molti dei giocatori attualmente titolari). Ma resta stranissimo accorgersi adesso del fatto che il problema è quello.

Ieri è stata giornata di missili terra-aria sul Milan da parte della stampa. Prima si è parlato di 80 milioni di rata da versare al fondo Elliott entro fine anno, notizia poi smentita dalla società “non risultano pagamenti in scadenza nel 2017“. Poi si è diffusa la voce che Bonucci (foto di copertina, n.d.a.) non è ben visto nello spogliatoio, visto che tende a “riprendere” i compagni. Che Bonucci parli un po’ troppo, lo sostengo da anni. Da quando è al Milan, la tendenza (specie sui social) si è acuita. Ma insomma, il Milan non è una squadra di amatori, c’è un allenatore, c’è una società, Bonucci penso che sappia quello che fa. Questa mi sembra una boiata.

Intanto sui social i profili vicini alla gestione Fassone-Mirabelli hanno già ricominciato a martellare con i prossimi obiettivi di mercato (uno tra Jankto e Fofana dell’Udinese e Duncan del Sassuolo sarebbero i primi nomi per il centrocampo).
Anch’io alla fine del mercato avevo avuto la sensazione che il Milan si presentasse al via con una squadra incompleta. Manca un’alternativa a Kessie, Montolivo da Capitano è stato retrocesso a riserva di Biglia (va bene che al Milan non ha convinto, ma non è forse un po’ sprecato?), Locatelli non si sa perché sia rimasto, se non deve vedere il campo. Non si capisce neanche bene la fretta di cedere il Principito Sosa e, soprattutto, Kucka. Che come alternativa a Kessie non sarebbe stato male (o meglio, si capisce: chi voleva questi giocatori, pagava in contanti…).

Il mio sospetto è che il Milan abbia deviato dal suo piano originario per investire quanto non aveva previsto di spendere e arrivare a Bonucci. Senza discutere quello che è considerato uno dei migliori difensori del mondo, va detto che il suo arrivo in qualche maniera obbliga a varare una difesa a 3 (sarebbe più corretto dire “con 3 difensori centrali“, ma tant’è). Ma il Milan ha nella rosa dei difensori un solo mancino puro (Romagnoli) e forse Musacchio (acquisito investendo non poco e dopo aver seguito il giocatore per un anno…) è più a suo agio in una posizione alla Bonucci che non a destra, in una difesa a 3. Ma Montella (assieme al suo agente, lo stesso di Bonucci) è il grande regista dell’operazione Bonucci. Saprà bene quel che ha fatto.

Montella in effetti appare in difficoltà. Suso ha giocato la miglior stagione della sua carriera in un 4-3-3 teorico, nel quale partiva largo a destra, ma spesso diventava trequartista dietro le punte. Ora come seconda punta non si ritrova (nonostante questo, ha appena rinnovato fino al 2022 un contratto che scadeva nel 2019). André Silva è un giovane che, se gioca una partita su 3, farà fatica a esplodere. Oltretutto, è stato pagato 38 milioni di euro. Chalanoglu e Bonaventura non penso fosse previsto che sarebbero diventati alternativi l’uno all’altro.

Il mercato della rivoluzione ha esaltato tutti. Ma si sapeva che poi i conti sarebbe stato necessario farli tornare in campo. Mettere in discussione l’allenatore, i suoi metodi e il suo staff a settembre non mi sembra il miglior modo per riuscirci.