É una stagione così, per i Red Sox

BASEBALL

Questa è una stagione così: le cose non devono mai arrivare facili, per i Red Sox 2017. Con 5 gare di vantaggio sugli Yankees e 7 partite da giocare (tutte a Fenway, dove Boston prima di lunedì sera aveva quasi il 59% di vittorie), sembrava che il Magic Number di 3 fosse destinato a calare rapidamente. Invece contro i Blue Jays è arrivata una sconfitta (6-4) frutto di una brutta partita di Pomeranz (disastroso come controllo, specie sulle palle ad effetto). Come se non bastasse, sono usciti per infortunio sia Mookie Betts che Eduardo Nunez, che rientrava.

Se il problema di Betts al polso preoccupa poco il manager John Farrell (“l’ho tolto a scopo precauzionale”; per la verità, Betts è uscito dicendo “ho male, non riesco a muovere la mano, vediamo domani”), quello a Nunez lascia più perplessi. Rientrava da un problema al ginocchio ed è uscito per un problema allo stesso ginocchio.
“Non è che ci sia un altro danno, diciamo che ha aggravato quello che già c’era. Lo teniamo a riposo per un paio di giorni, ma non so dirvi quando potrebbe rientrare” ha detto Farrell.
I Red Sox hanno vinto 91 partite e se vinceranno metà di quelle che restano (altre 2 con i Blue Jays e poi 4 con gli Astros di Houston, già matematicamente primi nella American League Ovest e avversari dei Red Sox nelle Division Series, se la regular season finisce con la classifica attuale) supereranno le 93 vittorie che nel 2016 furono ritenute un risultato eccezionale.

Questi sarebbero gli accoppiamenti per i play off, se il campionato finisse oggi

Per parlare degli Astros (o di chiunque Boston si troverà di fronte in apertura di post season, c’è tempo con il prossimo riepilogo. Provo invece a focalizzare l’attenzione sul momento dei Red Sox. Da aprile continuo a dire che questa è una squadra che mi piace molto. Soprattutto, mi intriga l’idea che così tanti titolari (Pedroia, Bogaerts, Devers, Benintendi, Bradley, Betts…) sono prodotti dal Farm System. Appare però evidente come nella costruzione della squadra siano stati commessi errori. Il più fragoroso è stato ritenere che il Panda Sandoval potesse fare la differenza al centro del line up. Il danno qui, oltre che per quel che riguarda la stagione in corso, è notevole anche per il peso sulle prossime annate, visto che il Panda non gioca più per Boston, ma resta a libro paga (e per decine di milioni…). Comunque, dopo averle provate tutte, è stato deciso di promuovere in prima squadra Rafael Devers. Che è proprio un prospetto, ma in vita sua ha giocato solo una settimana in Triplo A, prima di venire buttato nella mischia.
Devers commette errori in difesa e ha avuto giorni difficili in battuta, nonostante i 10 homer (30 in stagione, inclusi quelli battuti in Doppio e Triplo A). Ma al momento, con Nunez (a sua volta, non proprio impeccabile in difesa) fuori per un problema al ginocchio, deve giocare per forza. Ai Red Sox manca il risolutore che era Big Papi Ortiz. Moreland è bravo, ma più ordinario. Hanley Ramirez rende meno, ora che non c’è più Big Papi a proteggerlo nell’ordine di battuta. E soprattutto, non è scontato che possano giocare assieme. Di sicuro, non possono sui campi di National League (a meno che Hanley, un ex interbase, non si sposti esterno; il che significherebbe tenere in panchina uno tra Benintendi, Bradley e Betts e ci sono già Young e Davis che scalpitano….). Ma anche sui campi dell’American League c’è il fattore Pedroia, spesso utilizzato come designato a causa degli acciacchi, e viene meno un posto.

Il punto di forza dei Red Sox dovrebbe essere lo staff di lanciatori. Anche in questo caso, nell’allestimento della squadra è stato commesso un errore. Tyler Thornburg era stato acquistato per fare la differenza nel bull pen, ma non ha lanciato nemmeno un inning. Oggi il gruppo dei rilievi si è sistemato con l’ingaggio di Addison Reed. Però sono iniziati i problemi con i partenti, perché Pomeranz (si è visto lunedì notte…) e Sale (che hanno, come si dice, tirato la carretta tutto l’anno) sembrano accusare segni di stanchezza, Fister ha avuto alti e bassi e Porcello non è mai nemmeno andato vicino ai livelli di rendimento del 2016. Se si mette poi nel conto che Price ha perso il primo mese di stagione ed è stato fermo anche in luglio e agosto e che Eduardo Rodriguez ha stentato a riprendersi da un infortunio al ginocchio, il quadro è completo.
Price ora è tornato a disposizione e Farrell ha intenzione di usarlo nella post season come rilievo lungo. Lui è contento fino a un certo punto (si sente più utile come partente), ma si mette a disposizione. Starà poi allo staff tecnico scegliere 4 partenti tra Sale, Pomeranz, Porcello, E-Rod e Fister.

Il post sul mio profilo Facebook nel quale parlo di Bruce Maxwell degli Oakland A’S, il primo giocatore di baseball a inginocchiarsi durante l’Inno contro le discriminazioni razziali

É una stagione così, ma c’è una cosa che mi rende ancora più orgoglioso di appartenere alla Red Sox Nation: John Farrell ha detto che sia lui che la dirigenza sosterranno qualsiasi giocatore dei Red Sox che decida di inginocchiarsi durante l’esecuzione dell’Inno Nazionale: “Siamo per l’inclusione” ha detto Farrell al Boston Globe “Abbiamo nella nostra organizzazione giocatori di Aruba, Cuba, Repubblica Dominicana, Taiwan, Venezuela…oltre a 5 afro americani. Noi rispettiamo la cultura e l’opinione di tutti e questo ci rende una squadra migliore”.
A maggio i Red Sox si erano scherati senza esitazione dalla parte di Adam Jones, apostrofato come nigger da un tifoso. Da allora, si sono uniti alle altre 4 Franchigie cittadine (Patriots di football, Celtics di basket, Bruins di hockey e Revolution di calcio) per il progetto Take the Lead, uno sforzo per utilizzare l’influenza degli atleti per aprire il confronto su un tema come il razzismo, ritenuto un problema per la città di Boston ma anche un vero e proprio tabu. Ai tifosi verrà chiesto di prendere una posizione chiara contro la discriminazione razziale.